Mastoplastica additiva, mille versioni, stesse tecniche - Health Park

Mastoplastica additiva, mille versioni, stesse tecniche

Mastoplastica additiva, mille versioni, stesse tecniche : a chiunque sarà capitato di scorrere le bacheche dei social network ed incontrare un contenuto di chirurgia plastica inerente la mastoplastica additiva. Questo intervento è stato denominato con ogni tipo di aggettivo, con finalità puramente di marketing ed a causa di una crescente disinformazione è sempre più frequente la richiesta da parte delle pazienti di scegliere in autonomia la tecnica chirurgica a prescindere delle caratteristiche del proprio caso nello specifico. In realtà le differenti tecniche di mastoplastica additiva, descritte in letteratura scientifica, sono state sviluppate nel corso degli anni al fine di poter disporre di un ventaglio quanto più ampio possibile di procedure in rapporto alle caratteristiche fisiche delle pazienti.

 

La mastoplastica additiva con tecnica sotto ghiandolare è indicata ad esempio per le pazienti che presentino un tessuto mammario di spessore sufficiente a rivestire la protesi. Viceversa le tecniche di mastoplastica additiva sotto muscolare e dual plane sono state sviluppate per quelle pazienti che non avendo un tessuto mammario di spessore sufficiente non potrebbero accogliere una protesi mammaria se non al di sotto del muscolo pettorale.

 

La preservazione del muscolo pettorale in pazienti con tessuto mammario tali da essere candidate all’intervento di mastoplastica additiva sotto ghiandolare, ha il vantaggio di offrire un post operatorio più rapido, meno fastidioso e con limitazioni minori rispetto alla tecnica di mastoplastica additiva sotto muscolare, alla quale viceversa andrebbero candidate quelle pazienti che non abbiano un tessuto mammario sufficiente o che optino per un risultato più naturale (più a goccia).

 

Anche la via di accesso per l’inserimento della protesi, periareolare o nel solco sottomammario, rappresenta una scelta guidata dalle caratteristiche fisiche del paziente. Si preferisce di solito la via periareolare in quanto la cicatrice, posta al confine tra il pigmento della cute e quello della areola (più scuro) tende a mascherarsi ottimamente mentre la via di accesso dal solco è preferita per quelle pazienti dove le areole siano di dimensioni assai ridotte per poter accogliere una protesi. E’ sempre fondamentale discutere con il chirurgo di questi e di tutti i dettagli dell’intervento rispetto al proprio caso per una scelta informata e consapevole.

 

a cura del Dott. Simone Marra